Discendiamo dagli Extraterrestri ?

 

Nel suo libro del 1976 "Il dodicesimo pianeta", lo scrittore russo-americano Zecharia Sitchin ha sostenuto che gli Anunnaki erano in realtà una razza di esseri extraterrestri provenienti dal pianeta non ancora scoperto Nibiru e giunti sulla Terra circa 500.000 anni fa per estrarre oro.

Nibiru avrebbe un'orbita ellittica che lo porterebbe nel sistema solare interno ogni 3.600 anni

Secondo Sitchin, gli Anunnaki modificarono geneticamente l'Homo erectus per creare esseri umani moderni da utilizzare come loro schiavi. Sitchin sostiene che gli Anunnaki furono costretti a lasciare la Terra quando i ghiacciai dell'Antartide si sciolsero, scatenando il Diluvio di Noè, che distrusse anche le basi degli Anunnaki sulla Terra.

Queste dovettero essere ricostruite e i Nephilim, avendo bisogno di più persone per aiutare in questo enorme sforzo, insegnarono loro l'agricoltura. Ronald H. Fritze scrive che, secondo Sitchin, "gli Annunaki hanno costruito le piramidi e tutte le altre strutture monumentali del mondo che gli antichi teorici dell'astronautica ritenevano impossibili da costruire senza tecnologie sofisticate".

Sitchin ha anche affermato che gli Anunnaki sono all'origine di ibridi umani-alieni, alcuni dei quali potrebbero essere ancora vivi oggi.

 

L’esistenza di un nono corpo celeste – dopo il declassamento, nel 2006, di Plutone a pianeta nano – appartenente al Sistema solare è una teoria non confermata, eppure sta facendo discutere da molti anni. Il primo ad ipotizzare la presenza di Nibiru, un pianeta grande almeno dieci volte la Terra e molto più lontano di Nettuno, fu lo scrittore azero naturalizzato statunitense, Zecharia Sitchin. Scomparso nel 2010 alla veneranda età di novant’anni, Sitchin aveva incendiato l’immaginazione degli appassionati di antichi miti e fantascienza. Nel suo volume ‘Il dodicesimo Pianeta – le vere origini dell’uomo’, pubblicato per la prima volta nel 1976, l’autore parlò di tracce riscontrabili nella mitologia sumera e babilonese riguardo Nibiru, nonché della discesa sul suolo terrestre dei suoi abitanti, chiamati Anunnaki dalle antiche civiltà del Tigri e dell’Eufrate – in ebraico Nepilim, i “giganti” citati nella Bibbia (Genesi, capitolo 6, versetto 4). Finora, la comunità scientifica aveva negato unanimemente le tesi di Sitchin poiché non vi erano stati riscontri né evidenze sulla possibilità di un corpo celeste orbitante ai confini estremi del Sistema solare: di recente, la divulgazione di nuovi studi ha riacceso il dibattito sul pianeta sconosciuto, spesso chiamato anche Pianeta X.

Un lontano pianeta del Sistema solare: teorie scientifiche

Michael Brown e Konstantin Batygin, ricercatori dell’Istituto Californiano di Tecnologia (Caltech), attraverso simulazioni al computer e modellistica matematica, hanno rilevato la presenza di un gigantesco pianeta ai margini del Sistema solare, avvolto nell’oscurità poiché troppo distante per riflettere la luce della nostra stella e, di conseguenza, difficilmente visibile. I loro calcoli, ritenuti scientificamente fondati e pubblicati a gennaio sull’Astronomical Journal1, evidenziano l’influenza di una forza gravitazionale dominante su sei corpi celesti minori che si trovano allineati nella regione della fascia di Kuiper, al di là dell’orbita di Nettuno. In base ai dati, la massa del pianeta che si sposta lentamente lungo un’orbita ellittica è almeno dieci volte maggiore di quella terrestre. Trovandosi ad una distanza dal Sole pari a 200-1000 Unità astronomiche (UA), ovvero venti volte più lontano di Nettuno, per compiere il moto di rivoluzione intorno al Sole il Nono pianeta impiegherebbe un tempo compreso tra i 10mila ed i 20mila anni. Inoltre, la sua esistenza – oltre ad accomunare il Sistema solare alla conformazione di altri sistemi planetari osservati dagli astronomi – potrebbe spiegare la misteriosa orbita tracciata da due oggetti della fascia di Kuiper: Sedna, scoperto da Brown nel 2003, ed il suo simile – scoperto da Chad Trujillo e Scott Sheppard nel 2014 – denominato 2012 VP113. È stato infatti riscontrato, in entrambi, un comportamento gravitazionale anomalo rispetto agli altri corpi presenti nella stessa regione. La simulazione avrebbe anche previsto la presenza di un gruppo di oggetti che tracciano orbite perpendicolari rispetto a Nettuno ed il presunto Nono pianeta – trovando una ulteriore corrispondenza nelle osservazioni astronomiche2 fatte durante gli ultimi tre anni. Nonostante l’attendibilità dello studio di Brown e Batygin, si potrà parlare di una reale scoperta soltanto quando e se sarà possibile per gli scienziati un’individuazione diretta del corpo celeste. Al momento, non si è a conoscenza dell’esatta posizione lungo il suo percorso ellittico: se si trovasse nel punto più distante della sua orbita, per vederlo sarebbero necessari i due telescopi riflettori gemelli Keck ed il telescopio giapponese Subaru, situati sulla sommità del vulcano Manua Kea alle isole Hawaii.